Luoghi di interesse della terza Tappa
Castello di Zena
In località Zena esiste uno degli ultimi veri castelli del bolognese. Le sue origini si perdono negli ultimi secoli prima dell’anno Mille. Situato su di un piccolo terrazzamento di arenarie plioceniche, che permette un’ampia visione della valle in ogni direzione, anticamente era ricordato come Castrum Genae. Fu costruito durante il regno matildico come avamposto di confine tra Toscana e Bologna, nell’ambito del conflitto fra guelfi e ghibellini. Nel Medioevo divenne un villaggio, che comprendeva famiglie, all’interno del quale vi erano botteghe di artigiani, un forno, una chiesina dedicata a Santa Cristina, una ghiacciaia e una cisterna per l’acqua (il castello era fornito da una sorgente naturale). Nei secoli ha subito varie traversie con distruzioni e ricostruzioni, per cui oggi si presenta con diversi corpi di fabbrica aggiunti in epoche diverse, tanto che lo potremmo definire un libro di architettura. Come ogni castello che si rispetti, anche al Castello di Zena esiste una leggenda che affonda le radici in un fatto probabilmente accaduto tra il 1077 e il 1081, ricordato fino ai primi del ‘900 da una lapide. Si tratta di una storia d’amore con tragica fine, tra Zenobia, figlia di una famiglia guelfa, proprietaria del castello, e un giovane di famiglia ghibellina, in netto contrasto tra di loro. A metà del XIX secolo, la storia ha ispirato un romanzo storico dal titolo La fanciulla di Zena, di Raffaele Garagnani.
Torre della Rete o dell’Erede
In una posizione molto scenografica, su uno sperone di arenaria tra il Castello di Zena e il borgo di Tazzola, si incontra la Torre degli Eredi. Legata probabilmente al Castello i Zena per il controllo del territorio circostante, questa struttura risale al XIV sec. Essa mostra un’architettura interessante, impreziosita da motivi ornamentali antropomorfi che paiono proteggere la struttura sui suoi quattro lati. Questi fregi sono espressioni tipiche dell’opera dei “Maestri Comacini” all’epoca diffusa nel nostro Appennino.
Museo dei Botroidi
È questo un piccolo Museo privato insediato in una vecchia stalla a Tazzola. Il Museo nasce nel 2006 dall’idea di Lamberto Monti e Giuseppe Rivalta di custodire ed esporre i Botroidi ritrovati da Luigi Fantini tra il 1976 e 1977, e rinvenuti poi nei sotterranei del Castello di Zena. Nel tempo il contenuto espositivo è stato arricchito di vari materiali relativi alla storia, all’archeologia e alle scienze naturali della Val di Zena, creando così una traccia narrativa di un viaggio geologico. Nel Museo troverete un percorso didattico che invita alla conoscenza tattile della geologia.
Monte delle Formiche
Il Monte delle Formiche è interessante sia dal punto di vista geologico, in quanto propaggine del Contrafforte Pliocenico, sia zoologico, siccome il nome è legato a un fenomeno naturale che da sempre si verifica nel mese di settembre: sciami di formiche alate, per compiere il loro volo nuziale, raggiungono questa vetta per accoppiarsi e poi morire nel piazzale del Santuario, un tempo denominato Santa Maria Formicarum. Sul costone di roccia che sorregge la Chiesa è ancora visibile la grotta dove, nel XVI secolo, visse un eremita di nome Barberius. Dalla cima del Monte si gode un panorama incredibile che spazia dal litorale Adriatico fino alle Prealpi veronesi.
Il Santuario in tempi pre-cristiani era ritenuto sacro alle divinità pagane.
Museo Winter Line
Situato nel cuore della piccola Livergnano, questo luogo vanta una nutrita collezione di oggetti risalenti alla seconda guerra mondiale. Da vecchie radio ad elmetti, passando per borracce e posate, non manca proprio nulla che non possa attirare l’attenzione di appassionai di storia e materiale militare. Umberto Magnani non è solo il direttore, curatore e guida, ma soprattutto rappresenta l’essenza stessa che questo piccolo museo sa regalare. Un’esperienza sicuramente indimenticabile per chi quella guerra l’ha vissuta o lungamente studiata.