Anello di Gorgognano
Criticità
Nella zona di Gorgognano prestare attenzione alle greggi al pascolo e ai cani da guardiania. Il sentiero attraversa un’Azienda Faunistico Venatoria: rispettare la segnaletica legata ai periodi di caccia.
Dettagli del percorso:
Le indicazioni sui cartelli prevedono di seguire il tracciato in senso orario. Una volta raggiunto il Brinello, a piedi o in auto (1 km da Botteghino di Zocca) si prende la Via del Fantini (CAI 815) fino al Monte Brinello. Dopo la prima ripida salita si prosegue lungo il crinale sul sentiero panoramico prestando attenzione alla segnaletica in ognuna delle svolte.
Si continua sempre dritto fino alla strada asfaltata di via Gorgognano. Si cammina ancora per un paio di km su sterrata, si supera l’agriturismo il “Poggiolo” e sulla destra si trovano le indicazioni per salire al vecchio paese abbandonato di Gorgognano. Il sentiero sale ripido in mezzo al bosco fino al cimitero abbandonato. Sulla sinistra si costeggiano le macerie del centro abitato, per poi scendere su una cavedagna fino alla via principale. L’itinerario prosegue nel terreno dell’azienda agricola “Salvatore Cottu” su cui può capitare di imbattersi nelle greggi protette dai cani da pastore. Si prega quindi di non disturbare gli animali e ricordarsi di chiudere sempre il cancello in metallo quando si ritorna su via Gorgognano. Proseguendo sulla destra si superano le stalle e il laboratorio dell’azienda agricola e di nuovo sulla destra si sale verso l’agriturismo “Casetta Magli”. Si lascia così la Via del Fantini per prendere il Percorso Ambientale Municipale (PAM) di Verzano. Su un sentiero di crinale tra i campi e il bosco si scende fino alla via Caurinzano. Si prosegue verso sinistra su asfalto, si supera l’agriturismo e maneggio di “Cà del Rio” e si raggiunge il punto di partenza.
Punti di interesse:
L’itinerario parte dalla località Brinello e si sviluppa verso Sud in un percorso piuttosto conosciuto e abbastanza impegnativo. Il crinale del Monte Brinello è forse uno dei più splendidi della zona: un continuo serpeggiare tra macchie di ginestra, campi coltivati, boschetti e calanchi.
L’area è molto frequentata dagli animali selvatici, infatti i cacciatori battono spesso questi versanti. Mangiatoie e abbeveratoi sono utilizzati per attirare gli ungulati e la selvaggina da penna. Continuando ancora il sentiero ci si avvicina al Monte Calvare che, con la sua scarpata di roccia, segnala il confine tra i terreni dominati da argille (a Nord) e quelli a prevalenza di arenarie (a Sud). Così le curve dolci e i calanchi della prima collina lasciano il passo ai ripidi versanti, alle pareti di arenaria e ai boschi fitti della zona di Gorgognano.
Un tempo vero e proprio centro abitato, oggi di Gorgognano non rimango che il cimitero abbandonato e poche macerie. La memoria dell’antico paese di origine medievale e della sua storia rischiava fino a pochi anni da di scomparire, lasciano di Gorgognano solo un nome sbiadito sulle vecchie mappe. L’attività dell’associazione Parco Museale della Val di Zena ha permesso il recupero dell’area, pulendola dalla vegetazione e realizzando un piccolo parco di arte e memoria. Vecchie fotografie e testimonianze sono state riprodotte sui muri del vecchio cimitero, per ricordare le persone che abitavano questo luogo tanto pieno di storia. Seguendo ancora il sentiero, si incontrano alcune macerie e un pannello che racconta dell’antica Pieve e della triste storia del paese durante la Seconda Guerra Mondiale. Seguendo il percorso si entra nel territorio dell’azienda agricola; in terreni troppo pendenti per l’agricoltura, le pecore sarde si trovano perfettamente a loro agio, sempre sorvegliate da efficientissimi cani da pastore maremmani. Dopo una sosta d’obbligo al caseificio, si prosegue verso destra, sulla strada in salita verso il successivo agriturismo. Qui la scultura di una balena preistorica testimonia il passato Pliocenico di questi territori: 5 milioni di anni fa le colline erano spiagge e lagune, sul golfo che oggi conosciamo come Pianura Padana. In questi mari poco profondi si sedimentavano le sabbie e con esse minuscoli fossili di molluschi, o enormi resti di cetacei del passato, come la famosa balena della Val di Zena ritrovata proprio in questo luogo. Un passato di grandi animali marini lascia il passo al paesaggio di una splendida collina in perfetto equilibrio.
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Si ricorda che tutti i sentieri, esclusi i PAM, sono percorribili esclusivamente a piedi e nel pieno rispetto delle proprietà private che permettono il passaggio agli escursionisti.
Sulla mappa troverai i percorsi segnalati con colori differenti. Le schede indicano lunghezza, dislivello e tempi di percorrenza media per un escursionista allenato. Tenere sempre in considerazione la stagione e la possibilità di trovare fango lungo il percorso. Non dimenticare l’attrezzatura adatta e ricorda che non ci sono fonti nei paraggi.