A r c h i v i o    N e w s

A Gorgognano, in Val di Zena, fili di memoria tra giovani e anziani

anziani e bambini

Bologna 29 giu.- Inutile cercarla su internet. Gorgognano non esiste più. E’ segnalata dalla mappe di google, ma non trova riscontro nella realtà: niente foto, niente cenni storici, niente monumenti o personalità che la ricordino. Sparita, o meglio bombardata, rasa al suolo con la seconda guerra mondiale. Eppure la frazione di Gorgognano, nel comune di Pianoro (Bologna) ma sul crinale della val di Zena, aveva avuto anche oltre 1000 abitanti, una bella chiesa, un cimitero, un borgo dove la gente viveva e s’incontrava. L’aria fresca, i campi coltivabili, il pascolo, nulla rimane di tutto questo (ma c’è un’azienda agricola nella zona) se non il ricordo degli anziani.

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Così, la storia di Gorgognano rivive oggi grazie all’associazione “Le botteghe del Botteghino”, che proprio al Botteghino di Zocca (ma attenzione, il comune di Zocca, nel modenese, non c’entra) ha la sua sede: “La memoria, il ricordo, l’incontro fra generazioni – racconta Massimo Paganini, uno degli animatori dell’associazione – è il nostro obiettivo. Per questo, oggi, lunedì 29 giugno abbiamo deciso di tornare sulle terre di Gorgognano, di quello che rimane di Gorgognano come ad esempio il vecchio cimitero, per fare incontrare gli ultimi anziani che vissero in quella zona, con i bambini che frequentano il campo estivo della parrocchia di San Salvatore. Un incontro fra generazioni, all’insegna della memoria guardando al futuro, a quello che c’era e a quello che ci sarà”.

cimitero

ex cimitero di Gorgognano

Da qualche mese l’associazione pianorese, in collaborazione con il Cai, ha ripristinato alcuni vecchi sentieri della zona, e uno in particolare che porta proprio al cimitero di Gorgognano, ormai in disuso da parecchi anni. “Ci stiamo muovendo come volontari che vivono al Botteghino e dintorni – continua Paganini – sempre sul solco della memoria. Qui, in un territorio rigoglioso e pieno di reperti fossili, vogliamo che i nostri figli conoscano le radici della loro terra”.

di Mauro Sarti

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